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http://noinceneritorepadova.it


Prende forma nel dicembre 2009 in risposta alla realizzazione e prossima attivazione della terza linea dell’inceneritore di Padova.

È formato da liberi cittadini che hanno deciso di unirsi allo scopo di promuovere la tutela e la salvaguardia ambientale nonché la difesa della salute dei cittadini, in particolare nel territorio di Padova.

Noi pensiamo che oggi il tema della salvaguardia del territorio e dell’aria che respiriamo non possa essere eluso.

Del resto, quasi tutti sanno che, ormai, anche i “Grandi” del mondo si incontrano in conferenze nelle quali si discute (purtroppo finora senza alcun risultato concreto!) come limitare e ridurre le emissioni di gas e fumi che sono realmente nocivi per la salute e che mettono seriamente a rischio l’equilibrio dell’ecosistema del pianeta.

Il problema non è NOI ORA! Il problema sono i NOSTRI FIGLI DOMANI!

Vogliamo che crescano già malati, afflitti dai danni che NOI abbiamo causato, che NOI non siamo stati capaci di prevenire?

Vogliamo che non abbiano un futuro per colpa nostra, della nostra indifferenza a quello che NOI stiamo lasciando fare a chi sta sopra di noi?

Tutti dobbiamo sentirci presi in causa…e tutti noi possiamo fare qualche cosa per cambiare il presente!

NOI VOGLIAMO PROVARCI!!!

mercoledì 16 giugno 2010

Raccomandata inviata a sindato Zanonato e assessore ambiente Zan

RIMASTA SENZA RISPOSTA DA PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Padova, 4 maggio 2010

Oggetto: quattro domande per la salute e l’ambiente.

Siamo un gruppo di persone che si sono riunite nel Comitato Difesa Salute & Ambiente Padova Est.
Vorremmo porre alcune domande all’Amministrazione Comunale per la gestione al meglio della cosa pubblica e perché vengano date alla cittadinanza le dovute risposte.

1. PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NON RICICLA I RIFIUTI ANZICHE’ INCENERIRLI?



Perché al posto dell’inceneritore non si fa, anche a Padova, un Centro Riciclo come quello di Vedelago?
Come è noto, il Centro Riciclo di Vedelago è ormai conosciuto in tutta Italia (e premiato in Europa) per l’alto livello delle sue tecniche per la trasformazione dei rifiuti in materie seconde, avviabili ad un reale utilizzo.
Il Centro Riciclo sarebbe quindi perfettamente attrezzato per assistere tecnicamente il Comune di Padova nell’installazione di un centro di riciclo per la raccolta ed il riutilizzo dei quantitativi di rifiuti necessari.


Non sarebbe allora più conveniente la raccolta porta a porta e la consegna al futuro impianto di riciclo padovano del totale dei rifiuti raccolti, ripartito tra imballaggi, carta e cartoni e secco residuo?
Si potrebbe in tal modo ottenere:
a) un risparmio del 60/70% del costo di gestione dei rifiuti (con la possibilità di eliminazione tra l’altro del recente aumento della tariffa TIA)
b) il riciclo di oltre il 98% dei rifiuti ad un costo estremamente contenuto (oggi bruciati a costi molto superiori)
c) nel giro di pochi mesi, potrebbero essere assunti da 60 ad 80 disoccupati
d) una più moderna gestione dei rifiuti e più rispettosa dell’ambiente.

2. PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NON CONTROLLA GLI EFFETTI DELL’INCENERITORE SULLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE PADOVANA INIZIANDO CON UN’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA?

In questo modo la cittadinanza potrebbe sapere finalmente quanti sono stati fino ad ora, nel territorio padovano, i casi di sarcoma dei tessuti molli, raro tipo di tumore che è stato sempre riscontrato nella popolazione esposta alle emissioni di polveri sottili e sostanze diossino-simili degli inceneritori.
Quanto sopra è confermato anche dallo studio epidemiologico del 2007 effettuato nella Provincia di Venezia dall’Istituto Oncologico Veneto e finanziato da Regione Veneto, Comune di Venezia, Università di Padova.
Come risultato di questa ricerca, è stato riscontrato nell’arco di 5 anni un significativo incremento di sarcomi e di linfomi non Hodgkin non solo nelle vicinanze degli inceneritori veneziani esaminati, ma anche nella parte del territorio veneziano vicina al confine con Padova.
Perché si sono fatti questi controlli già tre anni fa per la Provincia di Venezia (dove gli inceneritori sono stati chiusi) ed a Padova no?
Si ha forse paura a rendere pubblico il numero dei tumori causati dall’inceneritore di Padova nella nostra Provincia?

Per quanto riguarda invece la diossina sparsa nel territorio, per ora abbiamo soltanto la notizia del gennaio 2009 data dal dr. Benassi - Direttore Provinciale Arpav - su una emissione di diossina dell’inceneritore fino a 0,1 nanogrammi per ogni metro cubo di fumi.
La concentrazione sembra trascurabile, ma moltiplicata per i metri cubi di fumi usciti in vent’anni dall’inceneritore (periodo di vita della diossina) è una quantità totale di vari grammi, cioè una quantità per l’Organizzazione Mondiale della Sanità molto pericolosa per l’organismo umano.
E’ il cosiddetto “effetto bio-accumulo” per il quale ad ogni grammo di diossina emesso dall’inceneritore padovano corrisponde una diffusione della stessa lungo la catena alimentare.
Con l’attuale emissione di circa 800.000 metri cubi di fumi all’anno, che diventeranno 1.600.000 con l’entrata in funzione della terza linea, il limite - fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in base al quale 1 gr. è pericoloso per 4 milioni di abitanti - è stato sorpassato ormai di varie volte.

Dopo la notizia di un anno fa, sulla quantità di diossina emessa dall’inceneritore di Padova, dall’Arpav non si è più saputo niente.
Non si sa nulla neanche sull’inquinamento dei terreni: ad esempio, se Arpav esegua o meno i carotaggi ed i controlli mensili sui fumi come prescritto anche dallo studio dell’Istituto Mario Negri del 2008 commissionato dalla precedente giunta Zanonato.

Per quanto riguarda infine le cosiddette moderne attrezzature della terza linea, non è credibile poter fermare o ridurre le nanoparticelle, inferiori ad un micron, ed i cui studi sono ancora agli inizi.
Come si può infatti credere che con qualche filtro o lavaggio di fumi vengano neutralizzate queste sostanze infinitesimali prodotte dalle altissime temperature sviluppate dai nuovi forni?
A questo proposito, sarebbe bene leggere i rapporti sugli inceneritori pubblicati dall’ISDE (Organizzazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente), ed in particolare quello della sezione di Pordenone uscito recentemente, per capire il disastro ecologico che è stato consumato con l’inceneritore di Padova.

3. PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NON CHIEDE CONTO AD ACEGAS APS DI DOVE SONO STATE SMALTITE LE SCORIE PRODOTTE DALL’INCENERIMENTO?

I favorevoli all’incenerimento dicono che bruciando i rifiuti questi non vengono buttati in discarica o nelle strade o nelle campagne.
E’ un errore: almeno un terzo del totale dei rifiuti bruciati (circa 300 kg per ogni tonnellata) diventano scorie tossiche per la presenza di sostanze simil-diossine e devono quindi essere smaltite in discariche.
Quindi, secondo le cifre fornite da Acegas APS, l’inceneritore di Padova ha prodotto, solo negli ultimi venti anni, 1 milione e mezzo di tonnellate circa di scorie tossiche: dove sono state smaltite? Con che metodi?

Inoltre, per incenerire ogni tonnellata di rifiuti devono essere usati almeno 600 litri d’acqua, nonchè altri 200 kg circa di calce e dobbiamo tener conto anche di oltre 700 kg circa di fumi contenenti sostanze cancerogene emessi in atmosfera senza calcolare gli ossidi di azoto responsabili delle polveri secondarie.
In conclusione, bruciando i rifiuti produciamo una quantità di scorie ed altre sostanze tossiche disperse in atmosfera, nei campi e nelle acque, in quantità ben maggiori dei rifiuti originari.

Lo stesso vale per la produzione di elettricità, per cui si gabellano gli inceneritori come “termovalorizzatori”: solo in Italia hanno trovato questa ridicola dicitura per una produzione di un 5/6% di energia, venduta per legge ad un prezzo più caro di 4 volte di quello di mercato al netto degli incentivi che dovrebbero andare soltanto alle fonti rinnovabili.

4. PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NON SMENTISCE IL PROGETTO ACEGAS APS DI UNA QUARTA LINEA DELL’INCENERITORE?

La Regione Veneto nel suo DGR del 08.05.07 riferisce che i responsabili Acegas APS hanno contattato i Comuni di Belluno, Treviso e Rovigo, proponendo di portare i rifiuti di queste tre città a bruciare in una futura quarta linea dell’inceneritore di Padova.
Questa quarta linea dovrebbe essere probabilmente costruita accanto alle prime tre linee attuali.
Figuratevi che la Regione riferisce anche che il gestore Acegas APS ha garantito che tra la popolazione padovana c’è una “maggiore accettazione sociale” per gli inceneritori…

In attesa di un cortese riscontro, porge cordiali saluti.

COMITATO DIFESA SALUTE E AMBIENTE PADOVA EST


FONTI:
• Relazione “Rischio di sarcoma in rapporto all’esposizione ambientale a diossine emesse dagli inceneritori: studio caso controllo nella provincia di Venezia” – Istituto Oncologico Veneto – IRCCS Registro Tumori del Veneto
• Rapporti e pubblicazioni del Prof. Gianni Tamino – Docente di Biologia Università di Padova – sui processi di incenerimento dei rifiuti e sull’inceneritore di Padova
• Documentazione del Centro di Riciclo di Vedelago – Dott.ssa Carla Poli
• “Gestione dei rifiuti e rischi per la salute – Strategie di prevenzione primaria e di promozione della salute” dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

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