Nelle ultime settimane si leggono spesso sui quotidiani informazioni riguardanti l’inceneritore di Padova: il più delle volte queste informazioni, per risultare rassicuranti, sono fuorvianti.
Finalmente, dopo le promesse di anni fa, si torna a parlare di raccolta differenziata porta a porta anche nel territorio padovano, ma questo è solo uno specchietto per le allodole e le allodole siamo noi cittadini. Curioso poi che si parli di iniziare proprio da Camin dopo che il nostro Comitato si è creato e mosso proprio da lì. Ma torniamo alle allodole.
Le allodole vengono attirate dalla raccolta differenziata, dall’ipotesi di avvio di un’indagine epidemiologica nel nostro territorio, dall’idea di chiudere le discariche, dal dimezzamento dell’aumento TIA, dallo scarico di responsabilità dell’amministrazione comunale che non ha mezzi per contrastare l’operato di AcegasAPS.
Le allodole ignorano che, anche quando si impegneranno nella raccolta differenziata, i loro rifiuti verranno comunque destinati all’incenerimento, come adesso.
Le allodole ignorano che è l’amministrazione comunale che decide di bruciare i loro rifiuti, nonostante questi materiali post consumo (MPC) possano essere invece avviati al riciclaggio, con risparmio di risorse e risparmio monetario per le tasche dei cittadini. Attualmente la tassa sui rifiuti è stata aumentata del 3,5%.
Le allodole ignorano che bruciando i MPC è solo l’amministrazione comunale a trarne profitto essendo tra i maggiori azionisti di AcegasAPS. Il Sindaco è responsabile della tutela della salute dei cittadini e potrebbe, per ragioni sanitarie, bloccare l’impianto di incenerimento in qualsiasi momento, in attesa che una indagine epidemiologica metta in luce le centinaia di casi di tumori alle parti molli riscontrabili nelle vicinanze (numerose sono le pubblicazioni di scienziati e ricercatori sull’argomento) come è stato fatto nella Provincia di Venezia dall’Istituto Oncologico Veneto già nel 2007. Di fatto invece l’amministrazione incassa 4/5 milioni di euro all’anno come quota di utili… in cambio della nostra salute.
Le allodole ignorano che quello che con indifferenza lasciano nei cassonetti, torna nelle loro case ed entra nei loro corpi sotto forma di sostanze tossiche e cancerogene (diossina, cromo, zolfo, mercurio, metalli pesanti) contenute nell’aria e negli alimenti (vegetali o animali) e sputate fuori dall’inceneritore: sostanze che viaggiano per centinaia di km, che si aggregano e disgregano formando cocktail, pericolosi, di cui sono sconosciuti gli effetti.
Le allodole ignorano che, oltre a fumi tossici, dall’incenerimento risultano scorie, sotto forma di ceneri, al 30% dei MPC in ingresso; scorie da smaltire in discariche speciali per rifiuti pericolosi. Dove saranno finite le almeno 24.000 tonnellate prodotte ogni anno?
Le allodole ignorano che, bruciando i MPC, l’inceneritore avvelena lentamente e silenziosamente. Avvelena indistintamente tutti, belli e brutti, ricchi e poveri, di un partito o dell’altro. Soprattutto chi ha votato questa amministrazione sulla base della promessa di chiudere prima e seconda linea. E attualmente le linee funzionanti sono 3, aumentando ancora di più la nostra corsa verso la fine.
Le allodole ignorano che esiste un’alternativa e si chiama riciclaggio al 100%. L’amministrazione comunale invece la vuole volontariamente ignorare perché in gioco c’è un investimento monetario non indifferente, un impegno con AcegasAPS di grosse quantità di rifiuti da bruciare. Peccato che non tenga minimamente in considerazione i danni alla salute dei suoi cittadini e anzi continui ad asserire che le prime due linee dell’inceneritore sono sicurissime, che ci sono tutte le autorizzazioni che parlano.. ma sono solo altri specchietti per noi povere allodole.
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